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Fascicolo R.2
Dispositivi di sicurezza, protezione e controllo

CAP. R.2.B. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE

1. Caratteristiche costruttive


  1. 1.1
    I dispositivi di protezione devono soddisfare ai seguenti requisiti:

    a) essere in grado di sopportare la normale condizioni di funzionamento termiche e meccaniche;
    b) essere realizzati in modo che il loro corretto funzionamento sia garantito anche dopo il montaggio sull'impianto, purché effettuato a regola d'arte e secondo le istruzioni del costruttore;
    c) avere gli elementi sensibili alla temperatura provvisti di guaine di alloggiamento realizzate con materiali buoni conduttori di calore e con resistenza alla pressione non inferiore alla pressione massima ammissibile del generatore.
  2. 1.2
    La taratura dei dispositivi di protezione deve potersi effettuare soltanto:

    - nei termostati di regolazione: a mano o con utensile;
    - nei termostati di blocco, nei pressostati di blocco: con utensile, previa totale o parziale infrazione di un sigillo o protezione equivalente.

    Il sigillo non è richiesto per i termostati di blocco o gli scarichi di sicurezza termici, quando il limite massimo tarabile non supera i 110°C.
  3. 1.3
    La temperatura massima alla quale devono intervenire i termostati di blocco si considera convenzionalmente pari a 110°C per tutti i generatori installati sino alla quota di 2000 m sul livello del mare.
  4. 1.4
    I generatori di calore costruiti per funzionare alla temperatura massima ammissibili non superiore a quella di ebollizione dell’acqua a pressione atmosferica, dovranno essere dotati di dispositivi di protezione con limite massimo di taratura a 100°C.
  5. 1.5
    I termostati di blocco devono essere costruiti in modo da interrompere l'apporto di calore entro i limiti di temperatura stabiliti anche in caso di guasto del sistema sensibile, inteso quest'ultimo come il complesso degli elementi che trasmettono la variazione di temperatura al meccanismo di intervento.
  6. 1.6
    Per i generatori con bruciatore a gas ad aria aspirata, il termostato di blocco può essere costituito dalla combinazione di:

    a) un termostato di blocco senza reinserimento manuale incorporato;
    b) un dispositivo di blocco separato (p. es. una termocoppia) che implica un reinserimento manuale.

    Tale combinazione è consentita a condizione che sia installata all'origine sul generatore, a cura del costruttore, e assolva in modo equivalente alla funzione di un termostato di blocco con riarmo incorporato: ossia, in mancanza di consenso da parte del termostato 1) e senza apporto di energia ausiliaria, il ripristino dell'apporto di calore deve avvenire previo intervento unicamente manuale.
  7. 1.7
    Il pressostato di blocco deve essere tarato in modo da intervenire prima che la pressione nel generatore di calore raggiunga la pressione di taratura della valvola di sicurezza.
  8. 1.8
    Per quanto concerne l'indipendenza degli organi di comando e di controllo, di cui all’art. 20 del D.M. 1.12.1975, si chiarisce che un sistema di intervento si intende costituito da:

    1) Un elemento sensibile alla grandezza da controllare;
    2) un organo di comando che trasmette le rilevazioni dell'elemento sensibile all'organo finale di controllo;
    3) un organo finale di controllo che interviene sulla grandezza da controllare.

    E' ammesso che due distinti organi di comando siano collegati ad un unico organo finale di controllo quando si riferiscono a due grandezze distinte (per esempio temperatura e pressione).

    Nel caso in cui vi siano due termostati di blocco oltre quello di regolazione, quest'ultimo potrà operare sullo stesso organo di controllo di uno dei due termostati in questione.

    Nel caso di bruciatori alimentati da circuiti monofasi, è ammesso il collegamento in serie dei termostati di regolazione e di blocco e dei pressostati di blocco, purché detti dispositivi interrompano direttamente il circuito elettrico e svolgano pertanto contemporaneamente le funzioni degli organi di cui ai punti 2) e 3) sopraindicati.

    Nel caso di generatori di calore con bruciatore a gas di tipo atmosferico con fiamma pilota, i termostati di regolazione e di blocco devono agire su due distinte elettrovalvole d'intercettazione del gas, laddove non è applicabile la Direttiva di prodotto (2009/142/CE).(9/A)
    Nota
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    NOTA 9/A
    La circolare INAIL 1448/2011 del 28 febbraio 2011, che fornisce indicazioni relative alle modalità di denuncia degli impianti, al punto 3 “dati complementari alla relazione tecnica”, lettera g), richiede esplicitamente una dichiarazione da parte di un tecnico abilitato circa il rispetto della disposizione in questione. Detta disposizione non trova applicazione nel caso in cui il generatore sia certificato secondo la direttiva gas 2009/142/CE.
    Download Circolare Raccolta R modalità denuncia
     


    Nel caso di generatori di calore con bruciatori a gas di tipo atmosferico senza fiamma pilota o con pilota intermittente, vale quanto indicato per i bruciatori alimentati con circuiti monofase. Le elettrovalvole di intercettazione del gas possono anche essere riunite in un unico corpo multifunzionale.

    Qualora il dispositivo di reinserimento manuale, a corredo del termostato di blocco, non sia incorporato nello stesso termostato di blocco, l'accertamento del suo corretto funzionamento potrà essere effettuato direttamente sull'impianto in sede di verifica.
  9. 1.9
    L'elemento sensibile del dispositivo di regolazione deve essere applicato sulla sommità del generatore, sulla tubazione di uscita a monte di qualsiasi organo di intercettazione. Nel caso dei termostati, l'elemento sensibile deve essere immerso nella corrente d'acqua in uscita dal generatore quanto più possibile in prossimità del generatore stesso e comunque a non più di 1 m all'esterno del mantello di rivestimento.(9/I)
  10. 1.10
    I pressostati e i dispositivi di protezione livello/pressione minima, possono essere installati direttamente sul generatore o sulla tubazione di mandata non oltre 1 metro dall'uscita dal generatore a monte di qualsiasi organo di intercettazione.(9/I)
    Nota
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    NOTA 9/I
    Le distanze specificate ai punti 1.9 e 1.10 risultavano, nell’edizione della Raccolta del 1982, pari a 0,5 m.
     

2. Accettazione

Ogni dispositivo di protezione deve essere accettato dall’ISPESL. Possono essere riconosciuti senza ulteriori oneri quei dispositivi provenienti dai paesi appartenenti allo Spazio Economico Europeo che garantiscono la medesima funzionalità per lo scopo a cui essi sono destinati.(10)
Nota
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NOTA 10
Sull’aspetto trattato dal presente punto 2. “accettazione”, sono stati forniti chiarimenti dalla circolare INAIL 1539/2011 del 11 marzo 2011.
Download Raccolta "R" ed 2009 chiarimenti precisazioni
 



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